Tanta Voglia Di Lei Pooh
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Tanta voglia di lei/Tutto alle tre è un singolo dei Pooh pubblicato nel 1971; fu il loro primo singolo inciso per la CBS, dopo la fine del contratto con la Vedette.; la distribuzione era curata dalle Messaggerie Musicali.
Affidata alla voce di un giovane Dodi Battaglia, diventa una delle canzoni più popolari e rappresentative del quartetto.Tanta voglia di lei è la storia di un tradimento, il cui protagonista però, pentitosi della scappatella con un'altra donna, decide di tornare dalla sua amata.
La genesi della canzone è molto tormentata: dopo aver scritto la melodia nella sua casa di Bergamo, Roby affida il brano a Valerio. Ne nascono testi che non soddisfano il produttore Giancarlo Lucariello, e vengono scartati man mano i titoli più improbabili come Meno male, Tutto il tempo che vorrai e La mia croce è lei. La casa discografica infine affida le liriche al paroliere Daniele Pace, che ne esce con un testo che si rifà a My Sweet Lord, pubblicata l'anno prima dall'ex Beatle George Harrison.Dodi Battaglia si ritrova ogni volta a dover cantare la canzone su un testo diverso, finché Valerio non porta la versione definitiva del brano, intitolato Nel mondo tanta voglia di lei, quindi successivamente accorciato in Tanta voglia di lei.
Sulla stessa base musicale vengono registrate anche le versioni destinate al mercato estero. Tanta voglia di lei diventa così I'll close the door behind me per il mercato anglofono (retro: The suitcase), e con diversi titoli viene presentata nei paesi di lingua spagnola: Tantos deseos de ti, Tantos deseos de ella, El verdarero amor e Debes comprenderme (retro: Todo a las tres).
\"Questa canzone ha una storia fortissima che è un insegnamento di vita. Valerio fece un testo intelligente, un po' sulla linea di Mogol-Battisti che già erano molto avanti. Tanta voglia di lei non era la fotografia di un amorino, ma una storia d'amore complicata, romanzata, in cui c'era un uomo con due donne. L'uomo, dopo aver avuto un'avventura con l'amante, in piena notte si alzava dal letto e la svegliava per tornare 'pentito' da quella che era, nella sua classifica, il suo primo e più importante amore. Il grande successo di noi Pooh è iniziato con Tanta voglia di lei. Ricordo che era l'agosto 1971 e ci trovavamo a Misano Adriatico, dove risiedeva la zia di Dodi Battaglia, Dea, donna affascinante e dolcissima. Non era la prima volta che, in concomitanza con alcuni nostri concerti in Romagna, lei ci organizzava un soggiorno estivo di una decina di giorni in albergo e ci accompagnava a curare i nostri denti un po' in disordine da un dentista bravissimo e veloce, facendoci ottenere sconti particolari. Proprio in una di quelle giornate stavamo ascoltando la radio nello stabilimento balneare degli zii di Dodi. Da alcuni giorni ci avevano avvertiti che nei 'dischi caldi' era entrata Tanta voglia di lei, ma lì in spiaggia non credemmo alle nostre orecchie: c'eravamo addirittura insediati al primo posto della classifica nazionale dei 45 giri! La nostra gioia esplose in salti, capriole, abbracci, tuffi nella sabbia, anche perchè da Piccola Katy erano ormai trascorsi tre anni in cui avevamo combinato ben poco, se si eccettua il Cantagiro del '69 con Mary Ann. In quell'istante, davanti a una radio a Misano, capimmo che qualcosa sarebbe potuto succedere nella nostra vita.\"
[...] Il via al nuovo corso è stato dato da una serie di circostanze favorevoli: il cambio di casa discografica, l'interessamento di un produttore giovane, Giancarlo Lucariello, una bella canzone, \"Tanta voglia di lei\", e il lancio reso possibile dalla partecipazione al \"Cantagiro\". Il futuro - dicono i Pooh - ce l'abbiamo a disposizione. Sta a noi impiegarlo come si deve. E sognano le grandi passerelle di Sanremo, si godono la nuova popolarità tanto che abbraccerebbero quelli che si avvicinano a chiedere l'autografo. Parlare coi Pooh dei Pooh significa dover \"subire\" la loro storia. Ci tengono a raccontarla per evidenziare che non sono proprio dei \"miracolati\" del favore popolare, ma che se lo sono guadagnato mese per mese, da quattro anni in qua [...].
I'll close the door behind me è il titolo di una canzone che sta per essere lanciata in questi giorni sul mercato inglese e, caso abbastanza raro, è la versione di una canzone italiana: Tanta voglia di lei. L'hanno registrata in inglese i Pooh, che già erano stati gli interpreti della versione italiana, con la quale per tante settimane ha capeggiato la classifica di Hit Prade.I Pooh hanno realizzato questo disco per la CBS Inglese, in Theobald's Road a Londra. L'autore delle nuove parole è Robert, Hallen, mentre arrangiatore, come al solito, è Roby Facchinetti, organista e compositore dei Pooh. È un fatto molto positivo che le industrie discografiche straniere, per la prima volta nella storia della nostra musica leggera, si interessino ad un complesso italiano. Già in Argentina, Portogallo, Brasile, i Pooh avevano ottenuto un grosso successo con Tanta voglia di lei, ma non è una cosa nuovissima il fatto che un cantante italiano entri nelle classifiche discografiche di questi paesi, mentre appunto rarissimo è il fatto che siano Stati Uniti ed Inghilterra ad interessarsi di artisti italiani. Molto probabilmente suonando e interpretando brani cosiddetti tradizionali i Pooh si stanno rivelando il complesso italiano più originale del momento e quindi non sono una brutta copia dei complessi inglesi che per primi hanno lanciato un certo tipo di musica, con suoni ed effetti particolari [...].Dalla descrizione data dei quattro Pooh, appare chiaro quanto diversi siano i quattro caratteri, ma forse proprio questa enorme differenza permette ai Pooh di essere tanto uniti, non solo ora, nel successo, ma soprattutto quando bisognava lottare e la vita era dura.[...] I primi momenti felici sono arrivati dunque da poco. Il primo lo abbiamo vissuto, dice Roby, quando è giunta la notizia che la nostra canzone dall'ottavo posto della Hit Parade era salita al secondo, in un balzo. Allora ci siamo convinti che ce l'avevamo fatta.La canzone in questione è appunto Tanta voglia di lei a cui seguì Pensiero e ultima Noi due nel mondo, nell'anima. Quest'ultima vede impegnati oltre ai Pooh anche una grande orchestra composta da 52 elementi. Questa grossa formazione potrebbe far pensare che dal vivo il complesso possa perdere, come del resto ormai avviene in molti casi, ma quello che aiuta i Pooh è la vasta gamma di voci e la potenza delle stesse, così che dal vivo tali voci figurano come nel disco, anzi acquistano in presenza e immediatezza.
Winny the Pooh è il nome di un orsetto disegnato da Walt Disney, popolarissimo negli Stati Uniti. In Italia ridotto semplidemente a Pooh è popolare, invece, per via di quattro ragazzi, impastati di antico sentimentalismo, che chitarra, basso, tastiere e batteria alla mano hanno da tempo conquistato i favori di un certo pubblico giovanile. Sono un complesso da classifica, per usare un termine da gergo discografico, gente cioè che scala spesso le classifiche di vendita dei dischi. Tanta voglia di lei, per fare un solo esempio di canzone dei Pooh, dopo aver tenuto banco per mesi in Italia è diventata El verdadero amor in Spagna, in Venezuela, in Argentina e I'll Close The Door Behind Me in Inghilterra, ovunque accolta con grande entusiasmo, appunto dai giovani [...].
La nascita di \"Tanta voglia di lei\" avvenne con un parto piuttosto travagliato. La melodia era a posto, ma il primo testo non ci convinceva - e \"Meno male\" non era nemmeno la prima versione, ce n'erano già state altre, una intitolata \"Tutto il tempo che vorrai\". Valerio Negrini non ne veniva a capo. Eravamo in difficoltà. Il provino oggi incluso nel box, cantato da Dodi Battaglia, fu registrato all'inizio del 1971 negli studi della Milano Recording, con Gualtiero Berlinghini. Ne fu fatta una lacca, che portai a far sentire in CGD. Il testo non convinceva nemmeno Franco Crepax, che propose di far intervenire Daniele Pace, paroliere \"di casa\", che produsse un testo intitolato \"La mia croce è lei\" - titolo terribile e testo improponibile. Oltretutto Crepax voleva che il lato A del 45 giri fosse \"Tutto alle tre\" - fui io a oppormi fermamente. Poi Valerio scrisse quello che sarebbe diventato il testo definitivo, \"Tanta voglia di lei\", e il 45 giri andò primo in classifica, dando il via al grande successo dei Pooh.Dopo un trasloco, rimettendo a posto un po' di vecchie cose, tempo fa mi ricapitò fra le mani quella lacca, che ad ogni buon conto feci trasferire in digitale. E adesso tutti possono ascoltare il provino di quella che poi è diventata \"Tanta voglia di lei\".
\"La precedente esperienza negativa dei Pooh con il silenzio che aveva fatto seguito a 'Piccola Katy' mi spaventava, cosi quando mi trovai di fronte a 'Pensiero', un autentico colpo di genio di Valerio Negrini, decisi che doveva uscire subito e riuscii ad imporre questa decisione alla CGD, che alla sola idea inorridì - 'ma come, siamo primi in classifica e usciamo con un altro 45 giri'. Però credo sia stata la mossa a sorpresa che impose all'attenzione del grande pubblico il valore del gruppo. \"Pensiero\" era un pezzo vincente, ma molto diverso nella struttura da 'Tanta voglia di lei'. C'era la stessa orchestra, ma stavolta non per dare un'atmosfera ma per dare ritmo. Avevamo creato un tipo di suono riconoscibile, con il quale eravamo in grado di spiazzare per la diversità delle canzoni\".
Lucariello aveva deciso di fare produzioni di questo tipo, cercava un suono pieno, sinfonico - per noi inizialmente, data la nostra provenienza dal beat, fu un tentativo dal quale non sapevamo bene cosa aspettarci. Però avevamo già inciso dei brani insaporiti da un'orchestra, e Giancarlo aveva intuito che nel nostro modo di avvicinarci alla melodia italiana c'era una chiave moderna. Penso che ciò che ci permise di distinguerci da altri gruppi italiani, che si ritrovarono invece a subire l'orchestra più che usarla, fu il fatto che nella nostra musica riuscivamo a far sentire anche la forza del gruppo, come avrebbero dimostrato dopo album come 'Alessandra' e 'Parsifal'. Così, davanti al successo di 'Tanta voglia di lei', tutti noi capimmo che dopo i primi anni più in sordina durante i quali avevamo cercato la nostra strada, l'avevamo finalmente trovata, e quel tipo di approccio ci avrebbe permesso di esplodere a livello di personalità. In tutto questo devo ringraziare il Maestro Franco Monaldi che è stato uno dei più grandi arrangiatori per orchestra, con il suo modo particolare di mescolare gli strumenti negli arrangiamenti e la sua grande sensibilità. 59ce067264
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